Questo gesto partito negli Stati Uniti, Colin Kaepernic ben presto si è diffuso ovunque.
Tutto è cominciato nel 2016 nel corso di alcune partite di football americano quando i giocatori hanno mimato il gesto della take a knee durante l’inno americano. Successivamente è ripreso alla fine della scorsa stagione da tutti i giocatori della Premier League per far sentire la propria voce dopo la morte di George Floyd.
Da circa un anno la nazionale inglese e i giocatori della Premier League si mettono in ginocchio prima del fischio d’inizio delle partite.
Il gesto del quarterback statunitense Colin Kaepernick è ormai divenuto simbolo internazionale della lotta contro il razzismo e gesto necessario alla presa di coscienza di una situazione divenuta ormai insostenibile per il suo carattere sistemico, il gesto di inginocchiarsi e tornato in auge negli Europei di calcio e rappresenta ormai un simbolo della lotta contro la discriminazione razziale. Altre nazionali oltre quella Inglese si sono inginocchiati generando diverse polemiche. Dai semplici fischi a vere e proprie contestazioni. In molti, a partire dalle proteste dell’allora presidente USA Donald Trump, hanno giudicato l’inginocchiamento come una mancanza di rispetto verso gli inni nazionali. Altre credono che ormai sia diventata una protesta dalla connotazione unicamente politica che con lo sport non ha nulla a che vedere. Infine, c’è chi crede che il semplice gesto di inginocchiarsi sia fine a se stesso se non venga accompagnato da azioni concrete, tanto nella persona singola quando da federazioni sportive e governi. Una matassa intricata da sbrogliare, ma senza dubbio un segnale che ha posto l’attenzione su un problema che deve essere risolto al più presto.