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Formula 1: la scaramanzia del 13.

26/06/2021 by Toto


La numerazione della autovetture in Formula 1 ha subito negli anni diversi cambiamenti, dovuto a regolamenti e scelte delle scuderie.
La prima competizione risale al 16 Luglio 1878 , quando i cavalli lasciano il passo ai “veicoli senza cavalli e senza numerazione”, la corsa fu disputata solo da due autovetture, bisogna attendere un po’ di anni per assistere alla prima vera competizione.
Nei primi campionati automobilistici il numero veniva assegnato gara per gara dagli organizzatori del singolo evento: a partire dai primi anni settanta, però, in Formula 1 si cominciò ad assegnare, salvo eccezioni, il numero 1 al campione del mondo in carica e dal 1974 si applicò la numerazione fissa, cioè l'assegnazione, a ciascun concorrente, dello stesso numero di gara per tutta la stagione. I numeri furono assegnati a coppie alle varie squadre in base alla classifica costruttori dell'anno precedente: il 13 fu escluso per ragioni scaramantiche.

MA DA DOVE NASCE LA SCARAMANZIA?

La scaramanzia in F1 per il numero 13 arriva da lontano infatti, Il primo driver a sfidare la sorte fu il tedesco Mauritz Von Strachwitz, che nel 1953 al volante di una MSM Lancia (vettura basata sull’Aurelia e dotata di un motore 1.5) decise di iscriversi al GP di Germania. Non prese parte alla corsa visto che la sua licenza fu sospesa in seguito ad un incidente con colpa avvenuto qualche settimana prima. Nel 1963 toccò al messicano Moises Solana, che scelse questo numero per affrontare il suo primo GP, quello di casa, con una BRM della Scuderia Centro Sud. La macchina non taglio mai il traguardo per via di un problema al motore e nelle sette corse seguenti nonostante il cambio di cifra ottenne come miglior risultato un misero 10° posto. Morì nel 1969, a 33 anni, durante una gara in salita su una McLaren. L’ultima apparizione di questo numero nel Circus risale al 1976 quando la britannica Divina Galica al volante di una Surtees motorizzata Ford Cosworth non riuscì a qualificarsi nel GP di casa. Nel 1978 passò al numero 24 e gareggiò in altri due Gran Premi ma non riuscì mai ad accedere alla griglia di partenza.



Dal 1976 in poi le numerazioni sono rimaste immutate con l'eccezione dell'assegnazione del numero 1 al campione del mondo uscente e il 2 al suo compagno di squadra, indipendentemente dai risultati del campionato costruttori, mentre alla squadra che deteneva i numeri 1 e 2 sarebbero stati assegnati i numeri che aveva, in precedenza, la squadra in cui correva il campione uscente.
Tuttavia con il ritiro di alcune squadre e l'apparizione di nuove che assumevano nuovi numeri si era arrivati, nel 1983, ad avere una macchina, la Spirit, col numero 40 in presenza di una trentina di macchine partecipanti e molti numeri vacanti; perciò nel 1984 ci fu una prima redistribuzione dei numeri che però non toccò le squadre con maggiore storia sportiva, quindi furono assegnati i numeri vacanti alle squadre più recenti, rimanendo escluso il 13.
All'inizio della stagione 1996, si decise di tornare all'applicazione del sistema originario: il numero da allora venne apposto in base alla posizione finale in classifica costruttori dell'anno precedente, a eccezione del numero 1 per il campione del mondo piloti e il 2 al compagno, indipendentemente dalla posizione della squadra nel campionato costruttori.
Nel corso degli anni, i numeri di gara sulle vetture si sono tendenzialmente sempre più rimpiccioliti, per fare posto agli sponsor. Fino al 2001, era obbligatorio per ogni vettura portare il numero di gara sul davanti e su entrambi i lati, dal 2002 i numeri laterali non sono più obbligatori. Dal 2014 si è cambiata la regola dando la possibilità di scelta al pilota e cercando di legare un numero al pilota per tutta la carriera, imponendo inoltre che il numero venga applicato anche sul casco oltre che sulla vettura. Il campione del mondo uscente può decidere di tenere o meno il numero 1, mentre gli altri piloti devono fare una scelta di tre numeri, compresi tra il 2 e il 99, in ordine di preferenza; l'assegnazione avviene sulla base di queste scelte, ma se due piloti scelgono preferenzialmente lo stesso numero, l'assegnazione avviene privilegiando chi era piazzato meglio nella classifica dell'anno precedente e in caso di parità mediante sorteggio. Dall'anno seguente verrà invece privilegiato chi deteneva il numero già l'anno precedente.





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